Roma, 29 set. (askanews) – “Il progetto” del Codice unico dell’impresa “mira alla creazione a livello comunitario di un Codice del Diritto degli Affari, comune per tutti i 27 Paesi membri, per semplificare e uniformare le procedure e le quotidiane dinamiche che interessano il mondo degli affari.
Il Codice sarebbe uno strumento di integrazione europea, in quanto permetterebbe a tutti i cittadini ed alle PMI di dare maggiore certezza agli scambi, dal momento che la consapevolezza di condividere le stesse regole fa sentire l’operatore di mercato più sicuro, e quindi più pronto ad avventurarsi verso nuovi orizzonti. In questo modo, dunque, tutti i cittadini potrebbero beneficiare appieno dell’appartenenza al mercato unico europeo”.
Così Antonio Biasi, Presidente dell’Associazione degli Amici del diritto continentale, riassume il senso dell’evento ‘European Business Code Project’ che si è tenuto a Roma nella sede di Europa Experience-David Sassoli e che ha, di fatto, lanciato un messaggio a Paolo Gentiloni, Commissario agli Affari economici della Commissione europea e a Mario Draghi, incaricato dalla Commissione di delineare il futuro della competitività dell’industria Ue.
Il Codice unico applicabile a tutti gli Stati membri è un insieme di norme di diritto commerciale, societario, civile, contrattuale, bancario, dell’economia e dei mercati finanziari, fiscale, del lavoro, della concorrenza e della proprietà intellettuale. La sua approvazione – è stato spiegato – permetterebbe alle imprese di superare gli ostacoli giuridici di 27 legislazioni diverse, di evitare di ricorrere a un’assistenza legale molto costosa.