L’iniziativa che si è tenuta a Roma nella sede di Europa Experience-David Sassoli, in piazza Venezia, a cura dell’avvocato Antonio Biasi, il presidente dell’Associazione degli Amici del diritto continentale.
Arrivare all’approvazione di un ‘Codice unico degli Affari’ per tutti i Paesi europei, un Codice europeo delle imprese. La richiesta a Paolo Gentiloni, Commissario agli Affari economici della Commissione europea, a Mario Draghi, incaricato dalla Commissione di delineare il futuro della competitività dell’industria Ue e a Enrico Letta, incaricato dal Consiglio Ue di preparare un rapporto sul futuro del mercato unico, arriva dall’iniziativa che si è tenuta a Roma nella sede di Europa Experience-David Sassoli, in piazza Venezia, a cura dell’avvocato Antonio Biasi, il presidente dell’Associazione degli Amici del diritto continentale. Obiettivi: portare il progetto all’attenzione della classe politica italiana e farlo diventare un progetto italiano, con l’appoggio di Francia, Germania e Spagna, dove già è avviato un lavoro politico e accademico.
Il Codice unico, applicabile a tutti gli Stati membri, è un insieme di norme di diritto commerciale, societario, civile, contrattuale, bancario, dell’economia e dei mercati finanziari, fiscale, del lavoro, della concorrenza e della proprietà intellettuale. Il testo è pronto, preparato da 100 esperti di vari Paesi, coordinati dall’Associazione Henri Capitant, che nel 2015 ha fatto nascere il progetto. E’ stato calcolato che le regole unificate potrebbero far crescere il commercio tra Stati membri del 35 per cento, con effetti positivi sull’innovazione, sulla crescita e sul potere d’acquisto degli europei.
“Il Codice unico, vale a dire una reale semplificazione delle norme, può avere un impatto reale sull’integrazione europea”, spiega Stefania Craxi, Presidente della Commissione esteri e difesa del Senato. Il Codice unico, aggiunge Maria Elena Boschi, capogruppo di Italia Viva alla Camera, “ha come effetti l’attrazione degli investimenti e l’aumento della competitività. E’ un aiuto per i paesi più deboli, con lingue meno diffuse”. Il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto ha inviato un messaggio: “Il mercato interno europeo deve essere tutelato e rafforzato contrastando squilibri a favore degli Stati membri che hanno maggiore leva fiscale e garantendo ‘level playing field’, parità di condizioni”.